Mercoledì 30 aprile 2003
Indagini "private" sull'omicidio di via Ceva
Talvolta gli assassini restano per sempre senza volto né nome. Il presunto
autore dell'omicidio di via Ceva invece di nomi ne ha fin troppi: Mohamed Daria,
Said Dark, Afri Jalal, Said Jalal eccetera eccetera. Sarebbe stato lui, la notte
del 4 marzo scorso, a sparare in quella via, a pochi passi dalla stazione, ferendo
mortalmente Ben Salem Hafedh Sallemi, tunisino 22enne. A quest'uomo dai mille
alias viene attribuito anche il ferimento di una altro extracomunitario, Hamed
Darwich, tunisino di 21 anni, avvenuto sempre a colpi di pistola, in gennaio,
in via Adua. Ma dove è finito questo magrebino dal grilletto facile.
Nessuno lo sa. Si pensa che possa essersi riparato in Marcocco. In ogni caso
- pur non conoscendone la vera identità - è stato nominato suo
difensore d'ufficio l'avvocato Ernesto D'Andrea. Il legale pur non avendo mai
incontrato il suo difeso ha comunque deciso di usare tutte le possibili tecniche
investigative a sua disposizione. Visto che la legge lo consente ha perciò
avviato indagini parallele a quelle di procura, polizia e carabinieri.Ha coinvolto
nella cosa l'investigatore privato reggiano Dante Davalli e tramite lui
il noto criminologo Carmelo Lavorino di Roma, consulente di parte in crimini
e delitti eccellenti da quello di Arce, a Cogne, a Pacciani.Questo pool ieri
sera ha compiuto un primo sopraluogo in via Ceva, alla stessa ora in cui avvenne
la sparatoria. Per capire e valutare l'ambiente, i rumori, lo scenario. Nel
pomeriggio c'è stato l'incontro con il prof. Paolo Romanini consulente
balistico nominato dal p.m. Lucia Russo. Romanini e Lavvorino, ciascuno secondo
la propria ottica, dovranno capire che tipo di arma è stata usata, la
traiettoria degli spari. Questo gruppo tecnico di difesa dovrà anche
valutare ed interpretare i risultati dell'autopsia e cercherà di rintracciare
testimoni utili. "Non sappiamo se il nostro difeso sia colpevole o innocente
- è stato detto in conferenza stampa.Ma ci sembrava giusto capirlo attraverso
indagini autonome. Un'indagine che - peraltro avviene a titolo gratuito. Essendo
il presunto omicida irrintracciabile è ben difficile che spunti dal nulla
per saldare il conto. "Siamo tutti dalla parte della legge e della giustizia
- ci hanno tenuto a specificare il difensore ed i suoi consulenti.Ma riteniamo
che seguire una strada di indagini diversa e parallela, instaurare un confronto
dialettico con gli inquirenti sia un modus operandi che andrebbe
adottato in tutti i casi di una certa importanza. Si eviterebbero molti errori
giudiziari - ha affermato Lavorino - e sarebbe una difesa più vera, meno
basata sulle carte e più sui fatti. Se il nostro assistito è colpevole
- alla fine delle indagini - lo sarà davvero.Le prime - parziali - risposte
potrebbero arrivare proprio dalle perizie balistiche.
Carlandrea Triscornia